Rinaldo Roetti racconta l'esperienza del primo corso di Dry-Tooling della "Scuola Giusto Gervasutti" del CAI Torino.
Prima di raccontare i fatti, voglio fare una premessa: la volontà di scrivere qualcosa in proposito non è nata per dare maggiore visibilità alla nostra Scuola, ma, bensì per spronare tutte le Scuole del CAI, nel cercare di migliorarsi continuamente, dal punto di vista tecnico e formativo, verso quel grande patrimonio umano che sono gli "allievi" dei corsi CAI.
Il fatto: era l'anno scorso ed eravamo a Gimillan, dalla Darma (la mitica albergatrice dell'Hotel Belvedere... l'unica che da tanti anni riesce a sopportare noi della Gerva, quando arriviamo con 30 o 40 cascatisti, bagnati e affamati come belve). Si banchettava allegramente dopo un'uscita del corso di cascate e, tra un racconto e l'altro di candele sempre più strapiombanti - perché si sa, a tavola siamo sempre grandi alpinisti - in un attimo di lucidità (...?..) inizio un discorso semi-serio con alcuni Istruttori seduti accanto a me. Parliamo di Dry-Tooling... e butto li una proposta: perché non facciamo anche noi un corso di Dry-Tooling, credo che i tempi siano maturi, cosa ne pensate? Sul momento, vedendo gli istruttori che si incrociavano con gli ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]