di ANDREA CORBO
Sono queste le «nevicate di una volta» che vengono sovente evocate quando si parla di meteorologia spiccia? A guardare gli annali, per trovare un’annata come questa, bisogna tornare addirittura al 1951. Mai tanta neve negli ultimi 62 inverni, con buona pace di chi pensava che Alpi ed Appennini fossero perennemente sommersi di neve nel secolo scorso. Quest’abbondanza ed il continuo maltempo portano con sé ulteriori problemi: la neve non ha tempo di compattarsi, le piste sono insidiose, piene di gobbe e se è vero che diminuisce la velocità di discesa è pur vero che aumenta il rischio di infortuni.
I settori centro-orientali, ancora una volta, sono stati i più premiati dalle ultime perturbazioni ed è in queste zone che sciare è più difficile: neve fresca, morbida, col passaggio degli sciatori diviene ben presto piena di gobbe. Per alcuni esse sono un divertimento ma per la maggioranza degli sciatori è solo sinonimo di sofferenza nonché un modo per veder aumentare il rischio di infortuni. Un’altra categoria di privilegiati sono gli amanti del fuoripista: con gli sci adatti, sciare fuori dai ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]