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di Valentina Graziosi.
All'origine di quasi tutte le invenzioni dell’uomo c'è l’antico adagio che recita: ”la necessità aguzza l'ingegno”. Per la nascita dello sci fu esattamente la stessa cosa. Fu la necessità a muovere le menti -e le gambe- dei primi sciatori.
Nei paesi nordici serviva un modo per spostarsi più agevolmente e percorrere distanze anche lunghe nel minor tempo possibile attraversando terreni sconnessi e quasi sempre ricoperti da una coltre bianca. Questi sci, che all'epoca erano strumenti rudimentali legati ai piedi con lacci di cuoio, vengono descritti come “zoccoli di legno lunghi ritorti con la punta all’insù a guisa di arco”.
Per le popolazioni nordiche lo sci era un vero mezzo di trasporto che veniva utilizzato in tutte le fasi della vita: per cacciare, muoversi, combattere. Solo per fare qualche esempio nel 1564 l’esercito di Svezia, in guerra contro la Danimarca, schierava tra le proprie fila un’armata composta da quasi 4000 soldati sciatori. Nel 1888 l’esploratore norvegese Fridtjof Nansen effettua la traversata est-ovest della Groenlandia del sud circa 500 km, in 40 giorni con vette che raggiungono i 2700 metri e poi pubblica il libro “Attraverso la Groenlandia con gli sci” in cui racconta la sua impresa pionieristica. I primi eroi della montagna erano un po' sciatori un po' esploratori e alpinisti, coraggiosi avventurieri che hanno ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]
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