Un anno fa abbiamo curato un dossier sullo sci di massa, il fenomeno più eversivo della tradizione alpina recente, ormai tradizione esso stesso ma fortemente penalizzato dai costi astronomici dell’energia che crea la neve e fa girare gli impianti, da un certo disincanto dei praticanti e dalla necessità di dipendere sempre più dai sovvenzionamenti pubblici, dunque anche dalle tasche dei cittadini che non sciano.
Per essere costruttivi cerchiamo ora di vagliare le potenzialità di ciò che è inverno senza sci, o meglio senza la dipendenza dai cavi e dai motori. In altre parole quegli sport invernali che si praticano con sudore e passione, e che da sempre rappresentano l’alternativa di nicchia allo sci di massa. Possibilità sempre meno elitaria e sempre più necessaria.
Una volta le pelli di foca erano il retaggio di un mondo senza impianti di risalita, una vecchia pratica riservata agli alpinisti duri e puri, strano modo di intendere lo sci: per salire le montagne. La discesa veniva dopo. Oggi lo scialpinismo è ringiovanito di cent’anni, come risciacquato alla fontana della ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]
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Il turista leggero si fa strada: anche in inverno
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