Uno studio internazionale, a cui ha partecipato anche l' Isac-Cnr di Torino, ha evidenziato che le regioni montane d'alta quota si riscaldano di più e in modo più veloce rispetto alle zone circostanti, con conseguenze sulla biodiversità e la sopravvivenza di flora e fauna.
Con aspetti che per certi versi ricordano l'ambiente artico, le regioni montane d'alta quota sono soggette a un riscaldamento spesso più intenso e più rapido di quello delle regioni circostanti, con possibili cambiamenti del ciclo idrologico e nella disponibilità di risorse idriche, perdita di biodiversità, possibile estinzione di alcune specie di flora e fauna. È quanto ha messo in luce, in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, un team internazionale di scienziati che coinvolge l'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Torino.
"Studiare i cambiamenti in corso alle alte quote non è facile - afferma Elisa Palazzi dell'Isac-Cnr e co-autrice dell'articolo. "Le montagne sono ambienti variegati, caratterizzati da una rapida alternanza di paesaggi e microclimi che ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]