di Carlo Alberto Pinelli
Molti anni fa, di fronte al proliferare sregolato delle piste per lo sci di discesa, con il corollario delle loro aggressive e devastanti infrastrutture speculative, qualcuno di noi – al culmine della frustrazione – arrivò ad augurarsi che l’arrivo di un clima sempre più tropicale finisse per rendere l’innevamento così scarso e saltuario da scoraggiare investimenti indirizzati all’ulteriore sviluppo delle stazioni sciistiche. Un paradosso, naturalmente, ma non privo di una sua amara logica. Oggi che effettivamente quelle condizioni climatiche si stanno avverando (diciamolo francamente: purtroppo!) e il mantello nevoso da cartolina natalizia cede spazi sempre maggiori alle margherite – malgrado il costoso utilizzo dei cannoni spara-neve – i messaggi che ci giungono dai principali centri invernali sono tutt’altro che rassicuranti e anzi si allontanano sempre più da quelle che dovrebbero essere riflessioni sensate e saggi ridimensionamenti. Poco rassicuranti soprattutto per chi difende il valore etico e ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]