Nessuno rispetta più il galateo dei ghiacciai.
Ripensare. Appare come il verbo più appropriato per l’alpinismo, anzi per il turismo d’alta quota. I vacanzieri che salgono le montagne. Il numero di morti sono la tragica conseguenza di una forte concentrazione, un «mordi e fuggi» ormai consueto del periodo di ferie che s’infila nella statistica, nella semplice equazione più gente più possibilità di incidenti. L’«alpinismo di pista», come è stato definito da Reinhold Messner, per immediata corrispondenza con la montagna dello sci e delle masse, vive un paradosso: tanti decaloghi di sicurezza, eppure tanti incidenti. Questo andar per i monti, codificato e zeppo di possibilità di assistenza, di collegamenti internet per avere previsioni meteo è figlio di una «cultura del rischio e non del pericolo», come sottolinea la ... [per continuare a leggere, fai clic sul link qui in basso]
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Troppe cordate, da ora le vette saranno a numero chiuso
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